La 'Correspondència' di Fuster, protagonista di 'Encontres a Beniarbeig' La 'Correspondència' di Fuster, protagonista di 'Encontres a Beniarbeig'
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La 'Correspondència' di Fuster, protagonista di 'Encontres a Beniarbeig'

Febbraio 07 da 2022 - 16: 04

Giovedì scorso, 3 febbraio, seconda sessione del Trova Beniarbeig con la conferenza di Antoni Furió, professore di storia medievale all'Università di Valencia e direttore della pubblicazione delle Opere complete e corrispondenza di Joan Fuster, che ha riunito circa 70 partecipanti.

L'evento è stato presentato dallo scrittore Tomàs Llopis, il quale, oltre a ricordare e ringraziare il professor Furió per la sua precedente partecipazione agli Incontri del 2014 e 2018, ha brevemente commentato la figura del relatore e ha ricordato il suo coinvolgimento nella divulgazione e nello studio di Il lavoro di Fuster, un traguardo condiviso con l'edizione di quest'anno.

Immagine: Seconda conferenza degli Encontres a Beniarbeig

Antoni Furió iniziò l'intervento con la lettura di una lettera, datata 3 dicembre 1963, dell'avvocato negazionista Josep Antoni Devesa indirizzata al saggista di Sueca informandolo delle possibilità di organizzare alcuni eventi valenciani nella capitale della Marina, poiché c'era stato un cambiamento all'ufficio del sindaco. Il docente ha poi mostrato diversi documenti, uno dei quali è stato il bollettino di abbonamento ai Quaderni Pego dell'anno 75, che gli ha permesso per primo di ricostruire il paesaggio umano del valencianesimo nella regione e affermare che in totale sono tra i ventimila e i trentamila lettere all'archivio di Joan Fuster. La differenza delle cifre è spiegata dal fatto che la prima corrisponde alle lettere in senso stretto e la seconda all'insieme di documenti, appunti, cartoline, telegrammi, espressioni di sostegno per lo scrivente e anche carte allegate alla corrispondenza, che Fuster ha accuratamente archiviato.

Per questo, quindi, questo archivio, conservato nello Spazio Fuster a Sueca, costituisce, da un lato, la storia dei rapporti personali dello scrittore, ma anche l'archivio più completo che esista del valencianesimo del dopoguerra fino alla morte del saggista.

Fuster, ha spiegato il relatore, era un uomo particolarmente riservato riguardo alla sua vita privata, non nei suoi saggi o negli articoli da lui pubblicati, nemmeno nel suo Diario, che sono appunti sui vari argomenti che lo interessavano, ma è nel carteggio dove rilascia le annotazioni di natura intima che potrebbero meglio consentire l'approccio più fedele alla sua biografia.

Dopo aver dato notizia dello stato di pubblicazione delle Opere Complete e della Corrispondenza, Furio si è concentrato sull'interesse documentario e sulla dimensione storica dello scrittore e della sua opera epistolare. Ha poi cercato di rispondere alla domanda su cosa ha reso possibile la scrittura e la conservazione di un'opera così enorme, e ha evidenziato diversi fattori che l'hanno resa possibile. Da un lato, il fatto che Fuster abbia sempre abitato nella sua casa di Sueca, che ha costretto lui stesso e i suoi interlocutori a passare attraverso le lettere e una comunicazione differita che, peraltro, è stata preservata grazie agli accordi tra le istituzioni coinvolte nella eredità ed erede dello scrittore.

Antoni Furió ha terminato il suo intervento fornendo dati convincenti, c'erano più di cento corrispondenti da o residenti in Marina, con i quali Fuster era imparentato. La cifra è importante se si tiene conto della portata geografica della collezione, che raggiunge non solo i Paesi catalani ma anche l'America dell'esilio catalano del dopoguerra.

La prossima sessione sarà il 24 febbraio e in essa il giornalista, Empar Marco, parlerà di "Fuster, giornalista e opinionista".

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